Erano le 23.00. Il Grande Aukan stava giocando ad una partita a briscola insieme al suo compagno d'avventure Emùh. Una notifica sul telefono gli ricordò che avrebbe dovuto creare il supermercato, per inviarlo su un piccolo pianeta nella Via Lattea. La seconda notifica lo avvisò che avrebbe dovuto lasciare dei segnali della sua esistenza a determinati individui, scelti appositamente per preparare l'umanità all'arrivo del carrello. La terza notifica la ignorò.
Nelle remote Valli del Parmagiano, delle note lande desertiche meta delle gite fuoriporta delle famiglie, due uomini di nome Pinolo e Mascarpone stavano camminando, quando all’improvviso si accorsero della presenza di una strana figura rettangolare che emergeva dalla sabbia. Colti dalla curiosità, si avvicinarono per scoprire di che cosa si trattasse. Quello che sembrava essere apparentemente un muro trasparente, si aprì in due dinanzi ai loro occhi, come a formare una piccola breccia. La musica da lì proveniente, riconducibile al loro artista preferito, LiL Fruitjuice, li spinse ad entrare. La rivelazione fu sorprendente: varcata la soglia infatti videro, disposti in maniera ordinata e cromaticamente piacevole, i più disparati utensili e molteplici scorte di cibo.
“Sembra essere un mercato.” osservò Pinolo.
“Sì, ma di gran lunga più grande.” rispose Mascarpone.
“E più ricco!”
“Davvero super!”.
“É un super! mercato!” concluse Pinolo estasiato. Mascarpone insistette per chiamarlo così. L’interno sembrava essere suddiviso in corridoi ben definiti e distinti da dei cartelli che indicavano la categoria di appartenenza della merce esposta. Pinolo si accorse che, alla sua destra, erano incastrati l'uno con l'altro strani involucri grigi e forellati, ognuno sorretto da quattro piccole ruote. Si avvicinò e, inspiegabilmente, il primo di essi fuoriuscì dalla fila, andandogli incontro. Mascarpone, in difesa del suo amico e per spirito di sacrificio, si lanciò imperterrito con le mani protratte in avanti per difenderlo, ma l'impatto fu inaspettatamente delicato. L'oggetto, non appena venne a contatto con le sue mani, si fermò. Spinto da una forza interiore, Mascarpone afferrò il maniglione alla sua estremità e si sentì in grado di poter controllare la sua direzione, mentre Pinolo, inquietato, proseguì il cammino in quella terra sconosciuta. Allibiti dall'enorme quantità di cibarie, ne approfittarono per recuperarne alcune e le lanciarono nel nuovo strumento che Mascarpone aveva appena imparato a gestire. Alla fine della loro esplorazione, si chiesero se fosse tutta una trappola o se ci fosse un modo per barattare quello che stavano per portare via con qualche loro possedimento. Si guardarono intorno, ma non c'era nessuno.
Durante il viaggio di ritorno al proprio paese, Bresciamella, i due si chiesero se fosse il caso di parlare di quanto scoperto con i loro concittadini e, per evitare di attirare eccessivamente l’attenzione, concordarono senza troppi contrasti di non dire alcunché. Entrambi pensarono di non poter lasciarsi sfuggire un segreto di tale importanza. Tornarono quindi di nascosto alle loro case col bottino e decisero di rincontrarsi dopo cena per valutare quanto preso.
Così, la sera, i due si ritrovarono segretamente nella loro taverna per aprire i prodotti recuperati in giornata: mentre Pinolo stava spacchettando una confezione di lunghi cilindri di carne al sentore di birra, Mascarpone rimase affascinato dalla presenza di un pacchetto che raffigurava dei biscotti dalla forma insolita, le cui scritte sullo stesso erano incomprensibili. Ma quando provò a morderne uno, sentì qualcosa di strano in bocca, di non commestibile, che sentì la necessità di rimuovere dal palato. Si ritrovò in mano una piccola pergamena arrotolata. Pinolo chiese che cosa fosse e Mascarpone, sorpreso, non poté fare altro che aprirla. Srotolandola, una scritta si rivelò:
“Così come un carrello è degno di essere gremito di prodotti, è giusto che un supermercato sia colmo di umani.”
Il messaggio apparve subito chiaro: la loro scoperta doveva essere condivisa e tutti dovevano beneficiare del super! mercato. Così presero il carrello ancora pieno e si diressero verso la piazza centrale di Bresciamella per parlarne a tutti. Ebbero subito l'attenzione dei presenti, che non riuscivano a distogliere lo sguardo da quel cesto forellato dotato di piccole rotelle: mai era stato visto un simile strumento. Prima che potessero aprire bocca, gli abitanti chiesero come si chiamasse e Mascarpone, che non ne aveva idea, lo osservò davanti e dietro, ai lati, sotto e sopra, fino ad individuare una scritta, che pronunciò lentamente ad alta voce: "carrello n.1". Pinolo prese coraggiosamente la parola e davanti alla folla attonita spiegò che serviva per trasportare i prodotti più disparati provenienti da una grande costruzione rettangolare. Tutti ne furono entusiasti e chiesero ai due di portarli lì, cosa che fecero subito. Arrivati, lo stupore fu immenso: c’erano davvero tutti quei beni di cui si parlava, ben disposti e ordinati. Tutti presero i carrelli e, pur non sapendo con certezza cosa fossero, capirono subito come usarli, guidati da un istinto divino. Si precipitarono lungo i corridoi e gettarono tutto quello che c’era lungo gli scaffali nei loro trasportatori, generando assai confusione. Qualcheduno, tanto curioso quanto perso, si intrufolò anche in un'area privata, ma vedendo solo una teca di vetro in lontananza, tornò nella mischia. Il super! mercato venne svuotato rapidamente, lasciando tutti soddisfatti per quanto reperito. Ne uscirono con i carrelli pieni fino all’orlo, ad eccezione di Lehmm, lo scatoliano del paese, che stava usando una scomoda scatola di cartone per portarsi tutto appresso. Venne organizzata una festa la sera stessa in onore dei due pionieri, che andò avanti per tutta la notte e in cui venne consumato tutto il cibo.
Passato qualche giorno, gli abitanti di Bresciamella tornarono alla struttura rettangolare allo scopo di rifornirsi, ma con grande sgomento scoprirono che era ancora vuota, esattamente come l'avevano lasciata, contrariamente alle aspettative. Inferociti, tornarono al villaggio, bussando violentemente alla porta delle case di Pinolo e Mascarpone ed esigendo spiegazioni. I due si guardarono senza capire: non pensavano che quel magico posto potesse svuotarsi in una sola volta. Erano partiti dal presupposto che, così com’era apparso da solo il super! mercato, tutto ciò che vi era all’interno si sarebbe ripresentato, senza alcun loro intervento. I bresciamelliani accusarono i due di averli illusi sulla permanenza di tutti quei beni, mettendoli in seria difficoltà nel trovare spiegazioni. Nel trambusto generale, lo scatoliano Lehmm si dirisse di nascosto verso la "scena del delitto", per capire come funzionasse davvero quel posto e su cosa avevano mentito i due scopritori. Pensò che, forse, quella novità già tanto contesa poteva essere sfruttata a suo favore per aumentare il volume dei suoi affari economici. Per la seconda volta, varcò la soglia delle porte trasparenti, cominciando a vagare tra i corridoi vuoti, senza sapere cosa stesse precisamente cercando. Sperava di ottenere degli indizi, ma sembrava essere tutto uguale, adibito all’esposizione della merce. Ma, in lontananza, vide una porta chiusa, con su una scritta. Avvicinandosi, lesse “Uffici” e, cautamente, aprì la porta. In fondo allo stanzone, sembrava ci fosse qualcosa di brillante, che emanava un giallo luccichio. Sembrava essere una teca da lontano, ma era troppo distante per comprendere cosa ci fosse all’interno. Si guardò intorno: possibile che non ci fosse nulla a protezione di quella che sembrava essere una componente importantissima per tutta la struttura? Lanciò la sua scatola in avanti, per capire se ci fossero delle trappole nascoste: cadde per terra, rimbombando nello spazio intorno a sé, ma nulla accadde. Certo di essere al sicuro, procedette in avanti, avvicinandosi alla misteriosa teca sovrastata da un'insegna luminosa, che recitava: “GUIDA PER IL SUPERMERCATO PERFETTO”. Guardò l’interno e vide dei piccoli foglietti di un giallo fluorescente, con su scritto un elenco di caratteristiche non ben chiare. Intravedendo un’opportunità di guadagno in quelle preziose informazioni, li prese con sé e scappò via, continuando a guardarsi intorno dubbioso che ci fosse qualcuno ad osservarlo o una qualche trappola attivatasi nel mentre. Tornando al suo negozio di scatole, capì che non sarebbe stato facile tradurre quelle scritte sconosciute e che quell’operazione gli avrebbe richiesto molto più tempo del previsto.
Nel frattempo, Pinolo e Mascarpone, assediati dalla folla, si guardarono a vicenda e giunsero alla conclusione che scusarsi ed ammettere il proprio errore fosse l’unica soluzione. Pinolo alzò le mani, nel tentativo di farsi notare e raffreddare gli animi, esclamando:
“Ci dispiace! Abbiamo commesso un errore di presunzione! Perdonate il nostro azzardo!”
Le voci si zittirono per qualche momento e i due pensarono di aver risolto, ma la baraonda riprese in pochi attimi, tra una polemica e l’altra. Mascarpone, data la forte pressione e il fallito tentativo di mediazione, si ricordò casualmente degli uffici, ancora inesplorati e suggerì al suo amico di andare lì per vedere se gli fosse sfuggito qualcosa e se potevano risolvere la questione con qualche indizio. La sua idea venne spiegata alle persone lì presenti, che accettarono di recarsi al sopracitato luogo. Giunti lì, videro che la porta degli uffici era socchiusa, probabilmente lasciata aperta da qualche curioso la volta precedente. Varcata la soglia, videro in lontananza una piccola colonnina dorica, alla cui base giacevano dei vetri in frantumi, oltre ad una scatola lasciata nel mezzo della stanza. Incapaci di comprendere quanto accaduto, Pinolo e Mascarpone dissero agli altri di fare marcia indietro, ma una voce si erse dalle numerose teste dei presenti, urlando:
“La teca è stata distrutta!”
Alla richiesta di spiegazioni, una donna disse loro che, alla prima spesa, aveva avuto modo di entrare lì dentro e di vedere, anche se solo di sfuggita, una teca posta sulla colonna, a protezione di un possibile tesoro non meglio identificato. Tutti si avvicinarono cautamente al luogo del misfatto e lessero il cartello appeso sopra. Andando per deduzione, c’era una sola spiegazione: le istruzioni erano state rubate!
Il caso delle istruzioni scomparse e il concetto di super! mercato caddero ben presto nel dimenticatoio, non avendo nulla con cui rifornirlo, né il modo. Fu dura accettare l’idea di aver perduto irrimediabilmente le chiavi per riavere quella fortuna, ma la strada sembrava sbarrata e furono costretti a tornare alle loro solite abitudini di spesa. Lehmm, invece, riuscì relativamente in fretta a tradurre gli scritti trafugati, con l’intenzione di espandere il suo business scatoliano, ormai tramandato da generazione in generazione e perno della tradizione di famiglia. Ma non poteva certo permettersi di emergere così in fretta dopo il furto della lista; le persone avrebbero avuto dei forti sospetti, perciò aspettò che si calmassero le acque, finché non giunse il momento più appropriato.
Un giorno, anni dopo, si recò al centro della città di Bresciamella e, con voce squillante, annunciò il restyling del suo negozio: adesso era molto più ampio e vendeva non solo una maggiore varietà di scatole, ma anche prodotti nuovi ed esclusivi! La gente intorno ne fu subito attratta e si precipitò incuriosita a verificare di persona, a eccezione di Pinolo e Mascarpone che, titubanti, ascoltavano il discorso dell’imprenditore. Gli amici chiesero loro il perché di quella riluttanza ed essi risposero di non essere certi della sua buona fede. Cercarono perciò di convincere i due dell'onestà dell'uomo delle scatole o, quantomeno, di capire i motivi celati dietro quei dubbi. Ma non avendo una risposta precisa, bensì solo qualche intuizione, vennero lasciati nella piazza, incapaci di spiegare il perché di quel presentimento. L’attività di Lehmm fiorì in poco tempo nel paese e, mano a mano, inserì tra i suoi ampi scaffali degli articoli un po’ diversi da quelli solitamente venduti, uno alla volta, per passare inosservato. Qualcuno cominciò a farsi lentamente delle domande, perché quel posto stava, non a caso, cominciando ad assumere dei connotati familiari, già visti. Tanto che, col passare del tempo, si diffuse l’idea, seppur priva di un apparente fondamento, che fosse stato proprio lo scatoliano del paese a rubare la “Guida per il supermercato perfetto”. Ma non c’erano prove che potessero inchiodarlo e molti pensarono che fosse solo una coincidenza e che l’ampliamento del commercio di Lehmm fosse dovuto al suo grande spirito imprenditoriale, motivo per cui continuarono a comprare da lui. Ma Pinolo e Mascarpone non erano convinti: più le vendite del commerciante aumentavano e più si convincevano che fosse stato proprio lui a rubare le istruzioni. L'unico modo per risollevare il loro nome e scoprire la verità sul furto era quello di riaprire il super! mercato comparso nelle Valli del Parmagiano, l'unico e originale, e renderlo nuovamente operativo. Attrezzati di scope e disinfettanti, si incamminarono verso l’ormai abbandonato edificio, senza però sapere bene come avviare l’attività e competere con il loro rivale. Quando entrarono, le porte scricchiolarono e si alzò una nube di polvere; era chiaro che la pulizia sarebbe durata più del previsto. Infatti, ci vollero dei mesi per riportarlo allo stato originario ma, pur avendo passato straccio e ramazzo ovunque, mancava qualcosa: gli scaffali erano ancora vuoti, proprio come l’ultima volta. Pinolo e Mascarpone, stanchi ma orgogliosi del lavoro svolto, si guardarono e si chiesero come potessero riempire quegli spazi vuoti e solo un’idea sembrava perseguibile, ovvero procurarsi dei prodotti per rimetterli in vendita. Contrariamente alla prima volta però, non potevano semplicemente regalarli, perché produrli e portarli lì avrebbe richiesto tempo, energie e denaro. Le loro supposizioni sembravano essere confermate da dei totem luminosi disposti lungo una fila, dotati di un nastro nero e di una legenda che riportava la conversione di diverse valute. Era proprio quest’ultima a dare ragione alle loro deduzioni sui pagamenti e ciò avrebbe permesso di riprogettare tutto il sistema a misura di umano.
Ci vollero degli anni prima che i due riuscissero a dare filo da torcere all’unico monopolista fino a quel momento esistente: infatti, inizialmente fu difficile reperire i materiali, gli attrezzi e la forza lavoro necessari. Subirono numerosi rifiuti alle loro richieste di collaborazione e vennero derisi e sbeffeggiati per i loro intenti, spesso incompresi. Vennero frequentemente oscurati dalla figura del loro avversario, più capace e munito della Guida. Ma, grazie alla loro forza di volontà e la loro determinazione, riuscirono a proseguire con i lavori, facendosi conoscere e apprezzare per ciò che facevano, dando vita al primo duopolio della storia. Lehmm non poté fare altro che assistere alla scalata di quelli che pensava essere soltanto dei principianti senza speranze, diventando per lui un tarlo. Ma la distrazione gli fu fatale, perché una sera, prima di andare a dormire, si dimenticò di impostare l’allarme a protezione delle istruzioni, che il giorno dopo scomparvero.